Neuromindfulness

Che cos’è la Mindfulness?

La Mindfulness ha origini antichissime che prendono spunto dalle dottrine orientali. Attualmente è diventata, sostenuta da una corposa mole di studi che ne avvalorano l’efficacia, uno strumento per la gestione dello stress, così come si presenta nella nostra vita quotidiana. La definizione di Mindfulness, più nota, arriva ad opera del padre dei percorsi basati sulla Mindfulness Jon Kabat Zinn che la descrive come “una consapevolezza che emerge dal prestare attenzione in modo intenzionale, non giudicante al momento presente” (1994, p16)

La pratica della Mindfulness può, pertanto, essere considerata come una sorta di processo che – attraverso la messa in pratica di particolari tecniche di meditazione – porta l’individuo ad essere consapevole di sé stesso, dei propri pensieri, delle proprie sensazioni e della realtà, intesa come qui e ora, che lo circonda e imparare attraverso la propria esperienza personale, un nuovo modo di relazionarsi con le difficoltà. 

 

A cosa serve la Mindfulness?

Con la Mindfulness si impara a coltivare un atteggiamento che ci permetta di guardare ed accettare la realtà nel momento presente per com’è, provando a rispondere anziché reagire, osservando in maniera distaccata i pensieri negativi e vedendoli per ciò che sono, ossia come prodotti della propria mente che, con la giusta pratica, possono essere compresi e osservati, evitando che possano influire negativamente sulla propria vita.

 

Come funzionano i percorsi di Gruppo?

I percorsi di gruppo basati sulla Mindfulness prevedono 8 incontri di 2 ore ciascuno a cadenza settimanale più una giornata intensiva. Le sessioni sono organizzate e la struttura prevede che vi sia una parte dedicata alla pratica, una parte di condivisione dell’esperienza (relativa alla pratica del giorno o a casa) e una minor parte riservata alla comunicazione di aspetti relativi allo stress (cos’è, come funziona, come impatta con il nostro modo d’essere, come funziona a livello fisiologico, come funziona il cervello ecc). Non si tratta di un gruppo di terapia, sebbene possano arrivare effetti terapeutici. Una parte fondamentale dei due mesi è la pratica a casa.

 

A chi è consigliato un percorso basato sulla Mindfulness?

I percorsi di Mindfulness sono rivolti a tutti coloro che sperimentano uno stato di stress nella loro vita. Tale stress può essere legato alle modalità di gestire la propria vita, al lavoro o come effetto di eventi della vita particolarmente sfidanti (lutti, perdite). Spesso gestire le emozioni può risultare particolarmente stressante per cui il percorso Mindfulness può essere utile a tutti coloro che si ritrovano a sperimentare ansia, rabbia, rimuginio nella loro vita quotidiana e cercano un modo diverso per ritrovare una serenità del corpo e della mente. Interventi basati sulla Mindfulness si applicano oltre che in contesti clinici, nelle scuole, nelle aziende, nello sport. 

 

E’ meditazione buddista?

Ha origini nelle pratiche buddiste, ma ha un approccio totalmente laico e non ha nessuna interfaccia con la sfera religiosa.  

 

Quali sono i benefici riscontrati in ambito scientifico?

Sono numerosi gli studi che negli ultimi anni si stanno occupando di comprendere da un punto di vista scientifico quali siano i benefici della pratica Mindulness. Alcuni dati suggeriscono che praticare migliori il sistema immunitario, aumenti le emozioni positive, riduce ansia e stress, aumenti il livello di compassione ed empatia. Inoltre è stato rilevato che migliori le capacità di autoregolazione emotiva inoltre aumenta la produttività nella misura in cui ha effetti positivi sia su attenzione, concentrazione che memoria.  

 

Mindfulness e neuroscienze

Studi sul cervello delle persone mentre sono in meditazione hanno rivelato come l’attivazione delle aree coinvolte durante la meditazione portino ad una sincronizzazione e ad una integrazione emisferica. Ossia ad uno stato di più ampia presenza mentale (prefrontale) e di aumentata emotività (insula). 
Questi dati acquisiscono una straordinaria rilevanza a seguito delle recenti scoperte nel campo della neurologia. Se, infatti, fino a vent’anni fa si pensava che il cervello si formasse durante le varie tappe evolutive, fino a fissarsi con il passaggio all’età adulta, e che quindi dopo un certo punto non fosse più possibile null’altro che andare contro ad un “deterioramento”, adesso sappiamo che la situazione non è così. Gli scienziati hanno riscontrato che un allenamento continuativo può fare la differenza, perché il cervello è plastico, quindi, soggetto a modificazioni.  Appare perciò plausibile che la meditazione possa essere utilizzata anche per agire sulle risposte emotive negative. Quindi Il modo in cui prestate attenzione al momento presente modifica il vostro cervello promuovendo proprio la plasticità neurale.

 

Bibliografia

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• Kabat-Zinn J (1994). Wherever you go, there you are: mindfulness meditation in every day life. Hyperion, New York. Tr. it. Dovunque tu vada ci sei già. Una guida alla meditazione. Tea pratica, Milano 1997. 

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